Barbarica in pillole: Indomite

Ho sempre amato i cardi selvatici. Nel linguaggio dei fiori simboleggiano la solitudine, forse perché tendono a crescere in luoghi impervi, isolati. Sono così belli e per questo hanno dovuto imparare a difendersi: pungono.
Per me assomigliano alle donne, i cardi. Hanno un grande cuore, raccolgono l’acqua piovana e le leggende narrano che proprio dalla loro corolla, elfi e fate si abbeverassero.
“Indomite” di Pénélope Bagieu, appena uscito in versione integrale per i tipi di Bao Publishing, raccoglie storie straordinarie di donne, spesso dimenticate dalla storia proprio in quanto donne. Eppure queste donne hanno fatto la Storia.
Consiglio questo volume a chiunque abbia voglia di scoprire pillole di vita vera, di coraggio, inventiva, passione; che ispirano e vanno tramandate.
Donne cardo, che meritano di uscire dalla solitudine che spesso la vita ha riservato alla loro forte personalità.

Indomite: 15 donne di ieri, che oggi possono insegnare molto.

L’otto marzo è la Giornata Internazionale della donna, conosciuta ai più come Festa della donna. Una ricorrenza che affonda le radici nel lontano 1917, quando le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra. Anche se una delle prime conferenze internazionali per i diritti delle donne ebbe luogo nel 1907 a Stoccarda e, negli Stati Uniti, già nel 1908 si tenne il cosiddetto Woman’s day, che poi si ripeté gli anni successivi nell’ultima domenica di febbraio.

Oggi la festa della donna ha assunto connotati fortemente consumistici, ma c’è ancora chi si impegna a organizzare manifestazioni o eventi affinché non si dimentichi perché è nata: un riconoscimento delle lotte per i diritti che le donne hanno portato avanti nei secoli. Perché le conquiste di chi è venuta prima di noi sono le nostre conquiste. Ma questa giornata serve anche a ricordare che, purtroppo, violenza e discriminazioni sono ancora all’ordine del giorno.
Per questo la memoria è importante. 

Memoria collettiva, ma anche di battaglie individuali che sono diventate parte della lotta di tutte le donne, come recita la quarta di copertina di Indomite – volume 1 di Pénélope Bagieu, che esce in Italia proprio l’8 di marzo per i tipi di Bao Publishing.

Il volume raccoglie le storie di quindici eroine straordinarie che, con grande forza interiore e coraggio, hanno sfidato luoghi comuni e società maschiliste e misogine per fare un passo in avanti nel raggiungimento della parità tra i sessi. Pubblicate inizialmente sul blog del quotidiano «Le Monde», ora splendono tra le pagine di questo cartonato di 144 pagine a colori.

Ho ammirato l’ironia e la forza interiore di Margaret Hamilton, la strega dell’Ovest nel famoso film Il Mago di Oz del 1939, che pur di recitare ha accettato di diventare l’incubo dei bambini della sua epoca, per poi essere etichettata come una delle cattive più terrificanti di sempre per l’American Film Istitute (dopo Hannibal Lecter, Norman Bates e Darth Vader).

 

Ho amato le tre sorelle Mariposas, nate nella Repubblica Dominicana ai tempi del dittatore Trujillo. Coraggiose e ribelli, hanno combattuto per i diritti del loro popolo a costo della vita. Assassinate brutalmente (mentre erano insieme) nel 1960, sono ricordate nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si tiene ogni anno proprio nel giorno della loro morte.

Anche Agnodice, nata in Grecia nel IV secolo A.C., rischia una condanna a morte per aver sfidato le leggi della società ateniese che vietava alle donne di esercitare l’attività medica. Molte partorienti, provando vergogna di fronte a medici uomini, preferivano sbrigarsela da sole. Questo metteva a repentaglio la loro vita e quella del nascituro. Per far fronte a questa ingiustizia, Agnodice si traveste da uomo e continua a esercitare la professione. Quando viene scoperta e condannata alla pena capitale sono le altre donne a sfidare il tribunale per salvarle la vita.

Tra i volti che si incontrano tra le pagine di Indomite c’è Joséphine Baker, ballerina, musa dei pittori cubisti e partigiana. C’è Nzinga, regina guerriera nell’Africa di fine Cinquecento. Ci sono Lozen, sciamana e guerriera Apache e Wu Zetian, prima e unica donna nella storia della Cina a diventare imperatrice (era il 690). C’è Christine Jorgensen, nata uomo negli anni Venti e divenuta donna dopo aver affrontato terapie dolorose e l’ottusità di un’epoca.

È difficile non spendere qualche riga per ognuna di queste magnifiche donne, ma non voglio rovinarvi la sorpresa. Sappiate solo che, con uno stile semplice e d’impatto, Pénélope Bagieu ci consegna un libro sincero e senza alcuna retorica. Un libro sorprendente, come le quindici donne che vivono tra le sue pagine.
Donne che ispirano e spronano a continuare a combattere in nome dei propri sogni e ideali. 

Non solo oggi, viva le donne!