Barbarica in pillole: Doppelgänger

Sei un musicista affermato, eppure qualcosa non torna. Rientri a casa e trovi qualcuno ad aspettarti, e quel qualcuno sei tu. O meglio, quello che eri prima della fama, prima di crescere o forse… di venderti al sistema?
Intrigante, ritmato come una canzone indie e sottilmente inquietante. A questo aggiungi un finale inaspettato.
Non lo sapevo, ma Doppelgänger (Feltrinelli Comics) era proprio quello che avrei voluto leggere oggi. Grazie, Wallie!
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Barbarica in pillole: Se il diavolo

La lettura di questo weekend di Pasqua è stata Se il diavolo di Gianluca Barbera, Polidoro editore. Mi ha catturata al punto che non sono riuscita a posarlo fino all’ultima pagina.
Il protagonista di questa sorta di biografia immaginaria – ma che prende a piene mani dalla vita vera – è Georges Simenon, tormentato padre letterario del Commissario Maigret. La sua produzione è stata immensa, scriveva fino a ottanta pagine al giorno – a 27 anni aveva scritto quasi 300 romanzi – ma se la sua prolificità fosse frutto di un patto con il diavolo? E se il prezzo da pagare per l’uscita di ogni romanzo fosse la vita di un innocente?
Le abitudini di Simenon, l’abuso di alcool, i viaggi intorno al mondo afflitti dalla noia, l’insaziabile appetito sessuale e l’incapacità di trovare un posto da chiamare “casa”, il rapporto conflittuale con la figlia e le lettere a Federico Fellini: tutto questo viene raccontato di pari passo al dialogo vibrante – a volte amabile a volte disperato – di uno scrittore con la propria arte. Perché per alcuni, scrivere equivale a respirare.

«In poche parole, se scrivi, rischi di restarci secco. Se non scrivi, idem. Sei proprio messo male. Credo che il problema stia nel fatto che ti cali troppo a fondo nelle storie che racconti, entri nella pelle dei suoi personaggi con troppa violenza. Lo sforzo che chiedi alla tua immaginazione ti consuma il cervello, finirà per fottertelo»
«Ma no, non si tratta di uno sforzo dell’immaginazione. Piuttosto di uno sforzo di memoria. Vedi, le storie che racconto è come se le avessi già vissute in sogno. Si tratta solo di ricordare. È questo sforzo mnemonico che mi ammazza. Io sono tutto memoria e istinto.»

Barbarica in pillole: Memorie di un boia che amava i fiori

«Memorie di un boia che amava i fiori» di Nicola Lucchi, con le meravigliose illustrazioni di Stefano Bessoni (Bakemono Lab) è stato il regalo – graditissimo – di un’amica. Spoiler alert: l’ho adorato.

È uscito a fine 2020 in un’edizione cartonata deliziosa, curata nei minimi dettagli.
Macabro e delicato, racconta le vicissitudini di Charles Henri Sanson, un boia… emofobico. Il suo destino è scritto, venendo dalla dinastia più celebre di esecutori di giustizia francesi, ma Charles sviene alla vista del sangue. Che fare, quindi?
Il racconto illustrato è impreziosito da un saggio a cura di Ivan Cenzi che ci racconta il mestiere del boia, la storia delle esecuzioni e dei più famosi tagliatori di teste, e l’introduzione della ghigliottina. Lo sapete che la sua lama è calata per l’ultima volta a Parigi nel 1977?
Consigliatissimo!

Barbarica in pillole: Malanotte

«… Come se ci fosse qualcosa di cattivo in quella casa…
Qualcosa di cattivo qui a Malanotte.»

Un tuffo nel buio, seguendo leggende dimenticate come quella della Pantafa, mentre una nenia di sottofondo ti guida. Voci sovrapposte: antiche ninnenanne… per non dormire. Segreti, ostilità, occhi che spiano dalle finestre e un passato che non è mai stato lasciato indietro sono gli ingredienti che rendono Malanotte (Coconino) un romanzo illustrato imperdibile. Pagina dopo pagina vaghi nel buio e non sai cosa aspettarti, proprio come succede a Ernesto, il giovane protagonista che torna nel paesino natale in cerca delle tracce di un mondo antico, che però si rivela custode di segreti che possono far perdere l’anima.
Marco Taddei racconta una storia inquietante e raffinata, dove la paura si nasconde nello spazio bianco tra le vignette. I disegni di La Came sembrano della stessa sostanza delle zampe di un ragno uscito dall’inchiostro di Lullaby dei Cure.
Consigliatissimo!

Barbarica in pillole: la pianura del Kantô

“La pianura del Kantô” di Kamimura Kazuo è uno straordinario racconto esistenziale, suddiviso in tre atti: infanzia, adolescenza e giovinezza. Un’autobiografia delicata e violenta, dove elementi reali della vita di Kamimura si mescolano alla finzione di Kinta (non a caso, il suo nomignolo da bambino) per creare “il massimo capolavoro gekiga”, prendendo in prestito le parole dell’editore Shinvhôsha.

Vita, morte, educazione sentimentale, sesso, la scoperta del disegno, l’amore per le donne e la nostalgia per i paesaggi della sua infanzia, amicizia e lutti, la ferocia dell’essere umano e l’ineluttabilità dell destino: tutto questo in un manga dalla profondità sconvolgente.

Kinta e Ginko sono i personaggi che più mi sono rimasti nel cuore, insieme a paesaggi che non sono solo sfondo ma pura emotività, convogliando nella storia gli odori, i colori, il vento e la pioggia sulla pianura, i sapori del cibo, lo sciabordio del mare e lo sferragliare di un treno.

Coconino dà vita a un’edizione completa e IMPERDIBILE, frutto di una ricerca e di un lavoro di ricostruzione certosini, con contenuti speciali curatissimi. Per tutti gli amanti del genere gekica, per i fan del padre di Lady Snowblood e di Tredici notti di rancore, per chi ha voglia o bisogno di essere sorpreso, questa è la storia che fa per voi

Barbarica in pillole: Musa ArtBook

Un ArtBook sontuoso che omaggia le Muse, creature inafferrabili e ossessione di ogni artista. L’ispirazione viaggia nel tempo, dai preraffaelliti a Mucha, da Frazetta alla fantascienza, anche se lo stile di Leo Ortolani è unico e iconicamente riconoscibile. Sensualità e ironia si amalgamano, negli sguardi delle Muse, immobili eppure vive, impreziosite dai colori elegantissimi di Sarah D’Imporzano.
In serie limitata, con una stampa esclusiva in busta pergamentata, ecco a voi Musa idi Leo Ortolani (Feltrinelli Comics).

Barbarica in pillole: Hypericon

Avere vent’anni e innamorarsi a Berlino. È questo che succede a Teresa e Ruben. Siamo alla fine degli anni Novanta, in un tempo così vicino eppure così diverso da quello moderno schiacciato dalla tecnologia. Come diversi sono Teresa – che non sa cosa significhi lasciarsi andare alla vita – e Ruben che non sa pianificare e segue il flusso.
Tra notti insonni, la scoperta del sesso come caos caldo e lo spettro dell’AIDS, i litigi e le inquietudini del suo cuore, Teresa porta avanti un lavoro importante. È infatti l’assistente scientifica per l’allestimento della grande mostra a Berlino del tesoro di Tutankhamen. Ed è attraverso la sua ossessione che si dipanano capitoli lontani nel tempo, che ci mostrano in diretta quando, nel 1922, Howard Carter portò alla luce la tomba, tra lo scetticismo generale e tremila anni di oscurità.

Il fil rouge – anzi giallo – tra passato e presente è il fiore dell’iperico, per gli egizi capace di scacciare i demoni.
Avevo amato La signorina Else (Coconino) di Manuele Fior, ma con Hypericon (Coconino) compie il miracolo di superarsi. Elegantissimo nel tratto, capace di farti sentire le emozioni dei suoi protagonisti attraverso un’espressività tagliente, con sfondi che sembrano dipinti e ti portano con sé. Ho adorato questa storia di legami apparentemente fragili, come ramoscelli in inverno, ma in realtà solidi come l’eternità.

Barbarica in pillole: Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust years

Quanto può essere bruciante il desiderio di successo per uscire da un mondo grigio?
Si può tenere scisso l’uomo dal personaggio, se il personaggio in questione è Ziggy Stardust?
Travolgente e intimista come Rock’n roll suicide, provocante come Velvet goldmine, Starman – David Bowie’s Ziggy Stardust years (Bao Publishing) è un racconto biografico a fumetti, narrato dalla voce di Reinhard Kleist che si muove tra le luci e le ombre del ragazzo di Brixton che ha conquistato il mondo, ripercorrendo il suo periodo con gli Spider from Mars. Un must have per gli amanti del Duca Bianco.

Barbarica in pillole: Indomite

Ho sempre amato i cardi selvatici. Nel linguaggio dei fiori simboleggiano la solitudine, forse perché tendono a crescere in luoghi impervi, isolati. Sono così belli e per questo hanno dovuto imparare a difendersi: pungono.
Per me assomigliano alle donne, i cardi. Hanno un grande cuore, raccolgono l’acqua piovana e le leggende narrano che proprio dalla loro corolla, elfi e fate si abbeverassero.
“Indomite” di Pénélope Bagieu, appena uscito in versione integrale per i tipi di Bao Publishing, raccoglie storie straordinarie di donne, spesso dimenticate dalla storia proprio in quanto donne. Eppure queste donne hanno fatto la Storia.
Consiglio questo volume a chiunque abbia voglia di scoprire pillole di vita vera, di coraggio, inventiva, passione; che ispirano e vanno tramandate.
Donne cardo, che meritano di uscire dalla solitudine che spesso la vita ha riservato alla loro forte personalità.

Barbarica in pillole: HP

Non so descrivervi la bellezza di questo volume di Guido Buzzelli, appena uscito per Coconino Press. HP è un capolavoro. E in fondo cosa potrei aggiungere, che non è stato detto nella splendida prefazione al volume di Marco Taddei? Giri le pagine e i disegni, il tratto sono di una magnificenza tale da commuovere.
In due parole: DA AVERE!