Storie di un’attesa

storie-attesa-tunue«Da quanto tempo sono sdraiato? Ore? Giorni?
Tranquilli, non farò alcuna disquisizione sul tempo. Troppo banale. Però chissà che ora è. Forse c’è quello sceneggiato che mi piace tanto… Vorrei sapere come va a finire. Tutti lo vorremmo».

Storie di un’attesa di Sergio Algozzino (Tunué, pp. 140) è un graphic novel delicata e sincera. Sincera come il sole di Palermo che brucia o scalda come un abbraccio, a seconda dell’ora e della stagione. È una storia frammentata, ma mai frammentaria, che segue le vicende di tre uomini, in tre epoche distanti tra loro.

Cosa accumuna un nobiluomo imparentato con il viceré di Sicilia e vissuto nell’Ottocento, un giovane di famiglia benestante che vive a cavallo tra le due guerre nella solitudine di un lusso che è solo illusione di protezione dai mali dal mondo, e un ragazzino un po’ nerd degli anni Novanta?

La vita che sorprende e non si può addomesticare con i desideri. E ancora, l’amore che si toglie e si dà, che regala lacrime e sorrisi. La città di Palermo, con il suo fascino immutato dal tempo. Una scacchiera.

E l’attesa. Di qualcosa che a volte non succederà mai. Ma che è la vita stessa.

A fare da trait d’union di queste tre vicende, scorci di vita pescati dall’universo: il bisbiglio di una nuova vita che arriva, l’istante della morte o quello che precede l’evento annuale più importante a Palermo. La processione con viaggio nel mare di Santa Rosalia.

Acquerelli e tratti sottili, come sottile è a volte la speranza. Eleganza fino all’ultima pagina, per raccontare una storia che è in tutto una riflessione sulla vita. E poi… c’è Il Corvo, e Poe in persona che presta il volto a uno dei personaggi. Ho adorato la sua caratterizzazione ma ok, qui sono di parte.

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